MSFS EURO HELI TOUR SOLO '23 — Da Reykjavik a Roma-Urbe in 49 mosse + 1

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
33^ Tappa
🇵🇱 Katowice-Muchowiec EPKM - LKLT Praha-Letňany 🇨🇿
=============================================

1.jpg

È un bel tardo pomeriggio estivo quando decollo dal secondo aeroporto di Katowice e — prua a ovest — inizio la mia tappa verso Praga.
Per arrivarci sorvolo prima una pianura prevalentemente ricoperta di molti boschi e pochi centri abitati. Poi arrivo a scavalcare le modeste alture dei Sudeti, il sistema montuoso al confine tra Polonia, Germania e appunto quella parte delle cosiddette "Terre Ceche", da sempre caratterizzanti una sacca tedescofona importante. Tanto importante da fornire un pretesto alla Germania nazista per scatenare la Seconda Guerra Mondiale.


La seconda e ultima parte del viaggio è un placido trasferimento verso la Boemia, addolcito dalla calda luce del tramonto e sostenuto dalle travolgenti note della 9^ Sinfonia di Dvořák.
Mi godo così, ad altitudini difficilmente consentite, la vista strepitosa del centro di Praga e, 5 o 6 miglia più a ovest, volo intorno alle piste dell'Aeroporto Internazionale di Ruzyně-"Václav Havel" [LKPR]. Lo faccio attuando procedure piratesche e violando spazi in un modo che, in una situazione diversa, certamente richiamerebbe l'intervento dei caccia intercettori; e per questo invito gli eventuali "duri e puri" del volo a non guardare il video («È la simulazione, Pupa!»).
Atterro poi, che il sole sta già andando a dormire, in una piazzola illuminata dell'Aeroporto di Letňany, uno dei più ricchi di storia per l'aviazione ceca, oggigiorno utilizzato non solo a fini aviatori ma anche per eventi, concerti, raduni e manifestazioni sportive varie.

PRAGA, IL PONTE KARLŮV SULLA MORAVA
2.jpg

PRAGA, IL CASTELLO
3.jpeg

Su Praga città, sulla sua storia, sui suoi monumenti, sui suoi aspetti affascinanti, sulla sua atmosfera misteriosa ed esoterica, tanti altri — e molto più bravi di me — hanno scritto fiumi di parole.

PRAGA, PARTICOLARE DELL'OROLOGIO ASTRONOMICO DEL MUNICIPIO
4.jpg

PRAGA, LA TANČÍCÍ DŮM (CASA DANZANTE) NOTA ANCHE COME "GINGER & FRED" DAL NOME DEL RISTORANTE PRESENTE NELL'EDIFICIO
5.jpg

PRAGA, L'ANTICO CIMITERO EBRAICO (XV SEC.)
6.jpg

PRAGA
7.jpg

Io qui mi limito, come consuetudine, a indirizzarvi verso un buon albergo dalle parti della Città Vecchia ("Stare Mesto"). Anzi due: uno per dormire, il ‹Ventana›; e l'altro — dando per scontato che ci si faccia una passeggiata per Josefov, il quartiere ebraico della città — il ‹King David›, nel cui ristorante potrete felicemente attingere dall'abbondante buffet kosher di carne e verdure.

PRAGA
8.jpg

PRAGA, RISTORANTE "KING DAVID"
9.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
34^ Tappa
🇨🇿 Praha-Letňany LKLT - LOWS Salzburg 🇦🇹
====================================

Little Navmap Map 20230710-152048.jpg

Mi sollevo dalla piazzola del piccolo ma grazioso ed efficiente aeroporto di Letňany, lasciandomi alle spalle il territorio della Cechia. La rotta in direzione sud mi porta prima a passare su Linz — terza città austriaca per popolazione — e poi, prua più verso ovest, a dovere fronteggiare le prime propaggini delle Alpi nord-occidentali.
È quindi tempo di infilarmi nel vallone su cui è dolcemente adagiato il Traum, uno dei maggiori laghi locali, sorvolando località turistiche abbastanza note, quali Ebensee e Bad Ischl.
Dopo meno di un'ora e mezzo di volo, finalmente ho in vista — mentre il sole ormai basso allunga le ombre nella sua luce dorata — le piste di un aeroporto che non avrebbe potuto essere dedicato ad altri se non a Wolfgang Amadeus Mozart.


SALISBURGO, PANORAMA DELLA CITTÀ VECCHIA
salzburg-old-town.jpg

Salisburgo è stata edificata sulle rive del fiume Salzach, in una pianura interrotta soltanto da due colli — il Kapuzinerberg e il Mönchsberg — ma solo a pochi chilometri dal centro cittadino si elevano già i quasi duemila metri del massiccio alpino dell'Untersberg.

SALISBURGO, LA COLLINA DI MÖNCHSBERG CON LA FORTEZZA DI HOENSALZBURG
salzburg-842215_1280.jpg

Il centro, appunto — l'Altstadt (la Città Vecchia) — è davvero un piccolo gioiello di architettura, dominato dalle torri e dalle cupole barocche delle chiese. E passeggiare tra i suoi fastosi palazzi storici, magari arrampicandosi sul Mönchsberg per raggiungere l'imponente fortezza di pietra bianca del Hohensalzburg, è una gioia per gli occhi e per lo spirito.

SALISBURGO, UNA STRADA DEL CENTRO STORICO
Austria-Salzburg-ManfredGottschalk-GettyImages-560625911-RFE.jpg

getreidegasse-116762_1920.jpg

SALISBURGO, CASA DI W. A. MOZART
photo-1565015527188-5d7ac3f91245.jpg

Una gioia per il palato, invece, può essere certamente andarsi a gustare un buon Nockerl al Café Mozart: il Salzburger Nockerl è un dolce tipico, semplice ma pieno di sapore, preparato con uova, zucchero, farina e scorza di limone, le cui cime soffici vorrebbero rappresentare le alture che circondano la città e che — nota "rinfrescante" in questo periodo — sono spruzzate di zucchero a velo, per simulare la neve che ricopre quelle reali.

SALZBURGER NOCKERL
nockerl.jpg

E già che abbiamo scarpinato per raggiungere l'Hoensalzburg, forse possiamo concederci anche il lusso delle 5 Stelle-Superiori assegnate al vicino Hotel Schloss Mönchstein: un po' caro, ma ti becchi camere arredate in modo esclusivo, piscina esterna e al coperto, fischi & botti.

SALISBURGO, HOTEL SCHLOSS MÖNCHSTEIN
Hotel Schloss Mönchstein_49363.jpeg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
35^ Tappa
🇦🇹 Salzburg LOWS - LSZR St.Gallen-Altenrhein 🇨🇭
=======================================
01.jpg

Non è esattamente una mattinata luminosa quella nella quale decollo dal "W.A. Mozart" (LOWS).
Salutata dall'alto Salisburgo, mi basta comunque puntare la prua verso ovest per ritrovarmi sulla Germania. In effetti, quasi tutte le 155 miglia di questa tappa sorvolano tre dei sette distretti della Baviera (e l'assistenza al VFR del mio AH-145, quasi sempre sotto il controllo dei 126.650 di Munich Center, ne è la conferma).
La Svizzera mi dà il benvenuto solo al momento della procedura di atterraggio all'aeroporto di St.Gallen/Altenrhein, situato sulla riva sud-orientale del Bodensee — il Lago di Costanza — che infatti marca, nello sviluppo dei suoi 63 chilometri di lunghezza, il confine tra Austria, Germania e appunto la Confederazione rossocrociata.
Col sole che viene e va, aspetto che l'Approach mi metta sotto vento e finalmente poggio i pattini del 145 nella piazzola di LSZR.


SANKT GALLEN
02.jpg

San Gallo (Sankt Gallen) — ottava per numero di abitanti tra le città della Svizzera e capoluogo dell'omonimo Cantone — sta a una mezzoretta di auto da Alterhein.
Le fonti attribuiscono la sua fondazione a una piccola comunità di monaci che tra il VII e l'VIII sec. iniziarono a erigere un'abbazia la quale — grazie anche a una splendida biblioteca, ancor oggi visitabile — divenne uno dei centri di cultura e di potere più importanti d'Europa. Attorno all'abbazia si formò una comunità che, nel corso del tempo, andò via via ingrandendosi e inevitabilmente a trovarsi in contrapposizione con il potere politico-ecclesiastico del monastero. Contrapposizione che raggiunse il suo culmine nel XVI sec. quando la città si schierò a favore della Riforma luterana.

SANKT GALLEN
03.jpeg

St. GALLEN, PARTICOLARE DELL'ABBAZIA
04.jpg

ST GALLEN, INTERNO DELLA SHIFTSBIBLIOTHEK
06.jpg

L'accettazione dell'etica protestante peraltro segna l'inizio di un periodo di prosperità per San Gallo: è a quei tempi che prende il via una florida produzione di tele di lino di ottima qualità, esportate in tutta Europa; poi — a partire dal XVIII sec. — l'arte del ricamo tessile fiorisce a tal punto da far considerare San Gallo la capitale universale di pizzi e merletti.
Storia a parte, la città — in perfetto stile elevetico — non riserva particolari sorprese; chi si aspetta un fascino un po' austero, un ordine e una pulizia maniacali, un benessere al limite dell'opulenza e finanche il gusto di entrare in qualche orologeria famosa per vendersi un rene, in cambio di un Rolex d'oro, non resterà deluso.

PIZZI DI SAN GALLO
07.jpg

Siccome è estate, per mangiare mi orienterei più sullo "street food" e qui si offendono se non provi un Olma-Bratwürst, secolare orgoglio gastronomico locale: una salsiccia dal cuore tenero e bianco di carne di vitello con un po’ di speck di maiale; e latte. Non solo, qui si offendono se non la mangi alla maniera di un autentico Gallener, così sono chiamati gli abitanti di San Gallo: bollita, accompagnata da una fetta di pane, assolutamente senza senape, con le mani (ovvero senza coltello e forchetta). Poi nel resto della Svizzera facessero quello che gli pare. Alle feste popolari, alle grigliate domenicali o sulle bancarelle ambulanti il Bratwürst è onnipresente: pare che ogni anno se ne consumi l'incredibile quantitativo di 45 milioni (cifra, come al solito, addolcita dalla statistica: solo 6 salsicce e mezzo a testa ogni 365 giorni, in fondo...).

OLMA-BRATWÜRST
08.jpeg

Posto che il vostro apparato digerente esca vivo da cotanto snack, andando a dormire nello sciccosissimo Einstein Hotel, fate una capatina nel bar dell'albergo: troverete il fascino e le suggestioni del suo arredamento, con i suoi aromi di legno e pelle; e magari lì troverete anche un buon amaro di erbe alpine. O un'Alka-Seltzer, a scelta.

EINSTEIN HOTEL, ST. GALLEN. IL BAR
09.jpg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
36^ Tappa
🇨🇭 St.Gallen-Altenrhein LSZR - EDDW Bremen 🇩🇪
========================================

Little Navmap Map 20230727-163618.jpg

Tappa lunga (338 miglia nautiche/626chilometri) e con un cielo che invoglia più a passare la serata con una giovane ricamatrice di pizzi sangallesi — magari a discorrere delle differenze fra il "café" locale e l'"espresso" italiano — che mettersi a volare con un elicottero.
Ma tant'è: saltato alla svizzera — hop! hop! — il Lago di Costanza, quando raggiungo la sua riva settentrionale sono già in Germania; la devo risalire praticamente tutta, da sud a nord, sorvolando Baden-Württemberg, Assia, Renania Settentrionale-Vestfalia e Bassa Sassonia, fino ad arrivare a Brema, la meta odierna per i pattini del mio AH-145.


Per prima cosa, però, mi concedo un passaggio un po' pirata sull'Aeroporto di Frederichshafen (EDNY; location "storica" per i simmer che hanno cominciato a praticare già una trentina di anni fa...), giusto per dare un'occhiata al dirigibile lì parcheggiato; sono gasato dalle travolgenti, wagneriane note della Walkürenritt (‹La Cavalcata delle Valchirie›): da MSFS ad ‹Apcalypse Now›, con un elicottero, è un attimo...
Il passaggio su Stoccarda (l'aeroporto prima e la città poi) avviene invece a quote più ortodosse; anche perché, tra vento contrario e le prime gocce di pioggia, l'attenzione deve essere rivolta più al controllo della macchina che al panorama.
Comunque arrivo all'Internazionale di Brema (EDDW) verso le 21:15, dopo oltre tre ore di volo, anziché le due e rotte pianificate (v. alla voce 'vento'). E ci arrivo in riserva — la luce ambra sull'MFD lo testimonia — e con meno luce di quella che avrei sperato (v. alla voce 'pioggia').

BREMA, VISTA DEL PORTO FLUVIALE
1.jpg
BREMA, IL PALAZZO DEL MUNICIPIO
2.jpg

Brema (Bremen in tedesco), una delle tre città-stato tedesche, con Berlino e Amburgo, è di fatto il cuore pulsante del Nord Ovest della nazione e il suo porto fluviale — costruito sul fiume Weser — è il secondo in Germania per importanza commerciale.
Gli darò un'occhiata dall'alto in partenza dalla prossima tappa, sperando in un meteo migliore. In questa sede mi limito a ricordare che la città è comunque famosa perché accoglie gli stabilimenti della birra Beck's e — soprattutto — per il suo asino, il suo cane, il suo gatto e il suo gallo che, a un certo punto della loro vita, stanchi di essere maltrattati dai loro padroni, perché ormai ritenuti inutili, decidono di trasferirsi nella città per fare i musicisti, guadagnandosi così una vita più facile e indipendente: bello spot sulla "libertà", scritto da Jakob e Wilhelm Grimm quasi duecento anni fa e che ricordo sempre volentieri.

BREMA, STATUA DEI "MUSIKANTEN"
3.jpg

BREMA, QUARTIERE STORICO (XV/XVI SEC.) DI SCHNOOR
4.jpg

Ricordo poi che, per andare a dormire, a Brema trovate un sacco di begli alberghi: io vi consiglierei la tranquillità dell'Hotel Robben, un po' fuori dal centro; è in zona di canali e nei localetti là intorno sicuramente si trova dal buon pesce appena pescato nel Mare del Nord.

HOTEL ROBBEN, BREMA
5.jpg

PANINI CON GAMBERETTI E CON ARINGA DI VEGESACK
6.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
37^ Tappa
🇩🇪 Bremen EDDW - EKEB Esbjerg 🇩🇰
==============================


Poco più di un'ora per coprire le 156 miglia nautiche (289 Km)
che ci sono tra Brema — la città dei "Musikanten", della birra Beck's e quella da cui quarant'anni fa venne ad allietare le mie passioni calcistiche Rudi Völler — ed Esbjerg, Danimarca.

map1.jpg

Il video testimonia il decollo da EDDW e la risalita del Weser fino a Bremenhaven, l'importante porto alla foce del fiume, sul Mare del Nord. Finché — rotta pressoché fissa a nord — non giungo in vista di Esbjerg e del suo aeroporto [EKEB], dove approccio e atterro col sole ormai al tramonto.


In mezzo, una decina di isole più o meno grandi; tutte basse, sabbiose, col loro bel faro, affascinanti ma (almeno per me, animale Mediterraneo) troppo algide per attrarmi a dargli un'occhiata da vicino: sono le Frisone Settentrionali, protette in due parchi naturali: il tedesco Wattenmeer e il danese Vadehavet.

FRISONE SETTENTRIONALI, IL FARO DELL'ISOLA DI PELLWORM
Lihgthouse_Pellworm_P5232343_jm.jpg

Esbjerg, poi — quinta città della Danimarca — è un importante porto sul Mare del Nord. Ma probabilmente più che l'approdo navale è proprio l'aeroporto in cui ho poggiato i pattini del 145 a rappresentare, al giorno d'oggi, il cuore commerciale della città. Da quando gas e altri combustibili fossili hanno iniziato a essere estratti dai giacimenti marini, Esbjerg è l'hub principale per gli elicotteri che devono raggiungere le numerose piattoforme petrolifere. Inoltre, di recente, è divenuta un centro fondamentale per la spedizione di turbine e pale eoliche offshore.

ESBJERG
Esbjerg_HarbourfromWatertower.jpg

Per il resto, prendo la Lonely Planet e leggo la poco edificante affermazione secondo la quale «nessuno viene a Esbjerg per una vacanza; infatti, come in molti altri porti industriali, la maggior parte dei visitatori la attraversano il più in fretta possibile». Io però non mi faccio scoraggiare, perché so che proprio in questo periodo di Agosto, da oltre un quarto di secolo, sulla Torvet — la piazza principale — e in altri luoghi della città si svolge l'Esbjerg Festuge, interessantissimo festival di varia e buona musica (dove si sarà sicuramente esibita "Asynje", band che si diletta a mettere in musica la mitologia vichinga e i cui vocalizzi della solista fanno da colonna sonora al mio atterraggio...).

ESBJERG, TORVET
torvet-i-esbjerg.jpg

Bighellonando tra un palco e l'altro e smozzicando qualche ‹smørrebrød› al pesce — un panino-aperto di segale, imburrato e impreziosito da gamberetti, uova di lompo, verdure affettate e maionese — svolto così la mia serata. Che finisce, per il riposo dei giusti, in un buon albergo in centro-città, tipo il Britannia.

HOTEL BRITANNIA, ESBJERG
britannia.jpg

SMØRREBRØD
Smørrebrød_4.jpg
 

Allegati

  • bremenhaven.jpg
    bremenhaven.jpg
    152 KB · Visualizzazioni: 3

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
38^ Tappa
🇩🇰 Esbjerg EKEB - EHTE Teuge 🇳🇱
=============================

map1.jpg

Trasferimento senza particolari emozioni e con un meteo più che accettabile, quello odierno: 222 miglia verso sud/sud-ovest, rilassate, quasi vacanziere.


Sorvolo Esbjerg — quinta città della Danimarca ma principale porto petrolifero del Nord Europa — per tornare più o meno sui medesimi "passi" che mi ci hanno portato, arrivando da Brema.
I 40 chilometri di sabbia bianca e acqua cristallina che costeggiano l'isola di Sylt mi danno la rotta giusta sul Mare del Nord, fino al passaggio su Helgoland e Düne.
Il via-vai di petroliere e navi rigassificatrici che c'è laggiù mi conferma l'importanza strategica di questo minuscolo arcipelago e — raschiando il fondo del mio barile storiografico — realizzo perché nel 1890 la Germania concluse col Regno Unito lo scambio fra Zanzibar e Helgoland, fermo restando di ingaggiare una ventina d'anni dopo, proprio in queste acque e contro i britannici, la prima battaglia navale della "Grande Guerra".
Quando poi, più avanti, il mio 145 supera il limite formato dalle Frisone (quelle Occidentali, olandesi e quelle orientali, tedesche) sono ormai sui Paesi Bassi.

ISOLA DI SYLT
01sylt.jpg

HELGOLAND E DÜNE
02Helgoland.jpg

Pensare di pietire un permesso e uno slot di atterraggio a Schipol è fuori discussione; quindi il piano prevede — dopo avere fissato un waypoint sull'aeroporto di Groningen — di ripiegare su Teuge, uno scalo regionale nell'area centro-orientale del paese.
In realtà la scelta non è né casuale né un ripiego perché lì, proprio vicino alla pista, c'è un vecchio Ilyushin IL-18 magicamente trasformato nella ‹Vliegtuigsuite› (l'‹Aereo-Suite›): letto matrimoniale ampio e comodo; zona cucina con frigo, microonde e lavastoviglie; zona relax con divani e TV; vasca idromassaggio e sauna a infrarossi. Con gli extra forse non basteranno 400 Euro a notte per permettersi questa perversione da veri aviatori, però l'occasione è ghiotta e non me la lascio sfuggire.

AEROPORTO DI TEUGE [ EHTE ] E L'ILYUSHIN ‹VLIEGTUIGSUITE›
03vliegveld.jpg

‹VLIEGTUIGSUITE›, INTERNO
4.vliegtuigsuite.jpg

Uscendo dall'aeroporto, vi renderete conto che Amsterdam è un po' troppo lontana (120 Km) per andare a passarci la serata o il Ferragosto; e che Teuge sta più o meno esattamente a metà strada tra due centri: allora, se amate la storia della Lega Anseatica a pochi chilometri c'è Deventer. Io, al bivio, preferisco andare verso Apeldoorn: città di oltre 160 mila abitanti. Da quelle parti c'è l'Het Loo, palazzo barocco del XVII secolo che è stato la residenza estiva degli Orange fino al 1975; e inoltre Apeldoorn è sul limite orientale del parco nazionale dell'Hoge Veluwe, il più visitato dei Paesi Bassi: cervi, fiori e profumo di Van Gogh a profusione.

APELDOORN, PALAZZO DI HET LOO
05Palace-Het-Loo-Apeldoorn.jpg

A proposito di profumo, passando davanti a qualche ristorante potreste essere incuriositi dal buon odore che manda lo Stamppot, uno dei piatti olandesi della tradizione povera: una sorta di purè di verdure (solitamente crauti, indivia, cavolo o spinaci) proposto in abbinamento a salsiccia affumicata, pancetta o a della carne in umido.

STAMPPOT
06stamppot.jpg
................
Il commento musicale al video (spero che il Sor Zuckerberg me lo lasci passare...) è tratto dall'"Ouverture" della wagneriana ‹Der fliegende Holländer› (‹L'Olandese Volante›). Ci sta, come il cacio sui maccheroni. Buon Ferragosto.
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
39^ Tappa
🇳🇱 Teuge EHTE - EBOS Oostende 🇧🇪
=============================

1.jpg


Soggiornare nei suggestivi spazi della ‹Vliegtuigsuite› (il vecchio Ilyushin 18 parcheggiato ai bordi della pista dell'aeroporto di Teuge e la cui carlinga è stata trasformata in monolocale di lusso), per un aviatore è attività di certo godibile ma anche piuttosto dispendiosa: non più di un paio di notti, dunque e poi, appena sorto il sole, via!


Approfitto del trasferimento verso il Belgio per volare a bassa quota sui centri cittadini individuati come waypoint della mia rotta. Inizio ovviamente da Apeldoorn, per un'ultima occhiata alle seicentesche architetture del Palazzo di Het Loo e per ammirarne gli splendidi giardini.

APPELDOORN, PALAZZO (E GIARDINI) DI HET LOO
2.jpg

UTRECHT, LA STAZIONE FERROVIARIA
3.jpg

Dopo una ventina di minuti di volo sono su Utrecht, ovviamente famosa — come s'usa da queste parti — per i canali che l'attraversano e anche perché nel 1713 ha ospitato la firma del trattato che pose fine ai tredici anni della Guerra di Successione Spagnola.
Un altro quarto d'ora ed ecco lo skyline inconfondibile degli oltre 350 grattacieli di Rotterdam, cuore pulsante del PIL neerlandese, porto più grande d'Europa e secondo più grande del mondo.

ROTTERDAM
4.jpg

Sono circa a metà del volo. L'altra metà se ne va tra isole sabbiose, baie ed estuari fino a che non entro nello spazio aereo belga. Un passaggio su Brugge e subito dopo su Ostenda, attendendo dalla torre di EBOS l'ok per atterrare.

BRUGGE, IL CAMPANILE
5.jpg

Delle città sorvolate oggi, Ostenda è di certo la meno attraente. Nata da un piccolo villaggio di pescatori, evolutasi in mercato ittico (XIII sec.), tramutatasi in porto di una certa importanza, raggiunse il suo massimo splendore tra il '600 e il '700 quando alla ‹Oostendse Compagnie› venne permesso di fondare colonie oltremare e commerciare con le "Indie".
Ma la ragione per cui l'ho scelta come meta non è molto diversa da quella che nel 1846 fece di Ostenda la città dalla quale salpò il primo traghetto per Dover. Oggi, eccetto che per le merci, il suo porto non svolge più questo ruolo di punto alternativo di attraversamento della Manica rispetto alla francese Calais; ma per il mio AH-145 rimane un eccellente trampolino per spiccare il salto, previsto per la prossima tappa, verso le isole britanniche.

OSTENDA, LA SPIAGGIA
6.jpg
7.jpg

Consueti consigli turistico-enogastronomici di chiusura.
Fatevi una bella passeggiata sulla lunghissima spiaggia, magari ben lontani dal porto e, se avete una bella — ma proprio bella — botta di cosiddetto, potrebbe persino capitarvi di trovarvi muso a muso con una foca. Dai tempi del lockdown per il Coronavirus, infatti, questi simpatici e adiposetti mammiferi hanno ripreso a frequentare le pianeggianti sabbie delle Fiandre Occidentali; naturalmente si sta ancora provando a organizzare la migliore delle convivenze possibili tra umani e foche (i cuccioli di foca non vanno nutriti perché altrimenti, sazi, non hanno interesse a entrare in acqua; i cani vanno tenuti a guinzaglio perché mordono le foche, le foche vanno tenute a distanza perché possono mangiarsi i bambini manco fossero comuniste, ecc. ecc.), quindi poco casino e prudenza!

RISTORANTE ‹ECLIPS›, OSTENDA
8.jpg

Tornando verso il centro, fermatevi all'‹Eclips› per spararvi una delle sue famose fondue miste (birra locale nera e forte per accompagnarla, naturalmente) e poi concedetevi il riposo dei giusti tra le più che dignitose 4 Stelle dell'‹Hotel Bero›: sauna e — con un po' di fortuna — anche vista-mare.

HOTEL ‹BERO›, SAUNA - OSTENDA
9.jpg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
40^ Tappa
🇧🇪 Oostende EBOS - EGFH Swansea 🇬🇧
================================

La rotta che da Ostenda mi porta a Swansea passa — consapevolmente pianificata — sopra Londra.

1.jpg

E così, lasciate le coste belghe là dove il Mare del Nord è ormai quasi Manica, ecco dopo una cinquantina di miglia la punta della penisola del Thanet ad avvertirmi che inzia il Kent e soprattutto a darmi un riferimento comodo (il meteo è ideale...) per imboccare l'estuario del Tamigi, il cui corso mi guiderà fino a Londra.


Ma è solo quando scorgo le titaniche barriere di flusso — costruite nel '74 tra North Greenwich e Woolwich — che comincio a respirare veramente l'aria della 'City'; e sommessamente le ringrazio, perché senza di esse, con maree di oltre tre/quattro metri che avanzano quasi a venti chilometri l'ora, qui non ci sarebbe nessuna Londra da sbirciare 800 piedi più in basso.
L'arrivederci, la capitale britannica, poi me lo dà con il verde — a dire il vero non splendidamente rigoglioso (è Agosto anche qui...) — della tennistica Wimbledon. Quindi, passato a distanza di sicurezza dalle sconfinate strutture di Heatrow, è solo la campagna del Berkshire e del Wiltshire ad accompagnarmi: qui sì che il verde è intenso e anche ordinato, formale, patriottico, sarcastico, nebbioso, ecc. ecc. insomma — in una parola e con tutti gli stereotipi possibili — molto "inglese"!
Dopo circa altri quarantacinque minuti di volo,la pista di Bristol/EGGD mi notifica che l'Inghilterra è finita e che sull'altra sponda dell'insenatura — che chissà perché qui chiamano 'Bristol Channel' — inizia la terra dei Cimbri, il Galles.

PANORAMA DI SWANSEA E DELLA SUA BAIA
2.jpg

Mentre passo su Swansea per approcciare il suo piccolo aeroporto — un'ex base RAF, oggi riservato all'aviazione generale e sede di una discretamente famosa scuola-elicotteri — mi chiedo da dove arrivi tanto sentimentalismo (in inglese, com'è noto, 'swan' significa 'cigno' e 'sea' starebbe per 'mare'). La risposta me la offre Google, spiegandomi che il nome, in realtà, è molto più antico della lingua di Shakespeare e risale all'idioma parlato dagli invasori Vichinghi (VIII/IX sec.) secondo cui 'Sweyns Ey' voleva dire più prosaicamente 'isola di Sweyn' con riferimento al proprietario del locale feudo. Gli Swanseawyr — gli abitanti della città, i quali per una discreta percentuale si esprimono quotidianamente in gaelico — peraltro la chiamano Abertawe. E qui la chiudiamo.

SWANSEA ARENA
3.jpg

SWANSEA, IL CASTELLO
4.jpg

SWANSEA INDOOR MARKET
5.jpg

SWANSEA, CASA NATALE DI DYLAN THOMAS
6.jpg

Consueta nota turistico-enogastronomica: per riposare le stanche membra dal volo, il ‹Caves Beachside Hotel› offre — come suggerisce la sua denominazione — graziose camere vista-spiaggia.

‹CAVES BEACHSIDE HOTEL›, SWANSEA
7.jpg

Per placare i morsi della fame, di cose da mangiare ce ne sono tante e buone e forse è il momento di superare, una buona volta, il pregiudizio tombale secondo cui la cucina anglosassone sia scadente: chi lo sostiene, o è in malafede o non è mai andato oltre Rosbif o Fish & Chips e forse neanche quello. In realtà, uno Shepherd's o un Chicken Pie o un Beef Wellington fatti come si deve sono prelibatezze assolute. Ma stando a Swansea non ci si può esimere da una delle specialità locali: piatto "povero" e semplice ma nel contempo gustoso, il Welsh Rarebit. La ricetta classica prevede di portare a ebollizione dentro una scodella della birra, facendoci poi fondere del formaggio (Cheddar o il più raro Cheshire) e un cucchiaio di senape; il composto si versa su una fetta di pane precedentemente grigliata e si fa gratinare il tutto per cinque minuti. Mangiato questo — e bevuta molta, troppa, altra birra scura, si consigliano comunque due passi per smaltire.

WELSH RAREBIT, CON CONTORNO DI FUNGHI E LENTICCHIE
8.jpg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
41^ Tappa
🇬🇧🏴󠁧󠁢󠁷󠁬󠁳󠁿 Swansea EGFH - EICK Cork 🇮🇪
===============================

01.jpg

Con questa tappa getto un ponte ideale tra secolari "nemici" — britannici e irlandesi — volando per poco meno di un'oretta e mezza una tratta di 170 miglia (315 Km), da quella che è la terra dei Cimbri all'isola di Éire, vale a dire Ériu, la dea vichinga della guerra e della fertilità.


Il meteo non è splendente, ma approfitto di una finestra in cui non sono previste forti precipitazioni per allontanarmi da Swansea, volando prima sulla Baia di Camarthen (la ˋBae Caerfyddinˊ gallese), quindi su Pembroke e Milford Haven.

BAIA DI CAMARTHEN
02.jpg
Oltre là, mi aspetta il Canale di San Giorgio (che chiamerete ˋMuir Bhreatanˊ se giocando a rugby indossaste il verde gaelico o ˋSianel San Siôrˊ se invece tifaste per i Cimbri in maglia rossa...).
Poi arriva finalmente l'Irlanda, più esattamente la sua costa meridionale che si sviluppa per circa trecento chilometri tra il Mar Celtico e l'Atlantico.
Poco prima di farmi dare il benvenuto da Cork, saluto idealmente Cobh: mi ricordo quando — tanti anni fa, ai tempi in cui sulle auto ancora non esistevano i navigatori GPS — perdemmo dieci minuti buoni per chiedere le esatte indicazioni stradali che ci portassero lì, senza però riuscire a farci capire; perché dire «Cobh» come lo pronunciano loro («An Cóbh» / ən 'koːf/) era impresa al di sopra di comuni mortali...

Infine ecco Cork (in gaelico ˋCorcaighˊ, pronunciato «Corki», con la 'i' finale molto breve), seconda città più popolosa d'Irlanda e centro storicamente più importante della provincia del Munster.
Situata sulla foce del fiume Lee, è un porto marittimo di notevole importanza e del resto i suo motto è "Statio Bene Fida Carinis" ("Un porto sicuro per le navi").

Anche il Cork Airport [EICK] che ci accoglie su una piazzola laterale è sicuro, moderno ed efficiente.

CORK INT.L AIRPORT [ EICK ], IL TERMINAL
03.jpg

E la città — circa 120.000 residenti — è parimenti graziosa, con un assetto urbano molto gradevole, in cui spicca quella St. Patrick Street ricavata colmando un ramo secco del Lee, popolare passeggio tra negozi, ristoranti e locali.
Altra zona da vedere è invece quella attorno alla Grand Parade — anch'essa ottenuta nel XVIII sec. coprendo un ramo fluviale canalizzato — che divide i quartieri medioevali con la città moderna, conducendo in riva al braccio meridionale del Lee e con vista verso le guglie di St. Finbarr's.

CORK
04.jpg
06.jpeg

Ma l'edificio più famoso di Cork è senz'altro la torre campanaria di Shandon nella parte settentrionale della città; se non altro per la particolarità di essere chiamata "The Four-Faced Liar" ("Il Bugiardo a Quattro Facce"), perché ciascuno dei suoi orologi è regolato su un orario differente dagli altri tre. E questa cosa — secondo me — anche se dipende dall'angolazione del punto di vista e dagli effetti del vento sulle quattro facciate, la dice lunga sull'indole degli Irlandesi.

CORK, SHANDON TOWER
08.jpg

Per dormire a Cork — abbastanza lussuosamente e di sicuro comodamente — c'è il modernissimo ‹The Dean›.
Per mangiare, chi ama i formaggi non dovrebbe lasciarsi scappare l'occasione per assaggiare un piatto di ‹Ardrahan›, la cui crosta lavata in salamoia rivela una consistenza incredibilmente cremosa, con sapori complessi di nocciola, acidità e affumicatura. Ad accompagnarlo va benissimo un'Irish Stout "a Km 0" come la ‹Murphy's›; ma ricordate, «la birra è cultura: andate sempre oltre la 'Terza Media'»!

THE DEAN HOTEL, CORK
09.jpg

FORMAGGIO ARDRAHAN
10.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
42^ Tappa
🇨🇮 Cork EICK - LFEQ Quiberon 🇫🇷
============================

1.jpg


Manannán mac Lir, dio del mare e del tempo atmosferico mi è abbastanza propizio e così mi accingo a volare questa lunga quarantaduesima tappa (341 miglia nautiche, oltre 630 chilometri) che mi porta dall'Irlanda in Francia.


I primi due terzi della tratta pianificata sono su quel Mar Celtico — quello che divide il Mare del Nord dall'Atlantico — e solo la vista dell'arcipelago delle Scilly, al largo della Cornovaglia, rompe la monotonia del blu dell'acqua e dà coraggio e fiducia al pilota.
Dopo un po' — finalmente, «allons enfants!» — ecco comparire Capo Saint-Mathieu che, di fatto, mi riporta alla terraferma d'Europa: ecco allora scorrere sotto il mio AH-145 Quimper e il suo aeroporto [LFRQ]; poi, quando davanti a me, dopo oltre due ore e quaranta di volo, intravedo la Punta di Conguel, capisco che sto arrivando alla meta.
Un'occhiata ai natanti ormeggiati a Port Haliguen, un'altra alle signore che prendono sole e tè sulla terrazza della brasserie del piccolo, delizioso aeroporto di Quiberon [LFEQ] e — distratto dai loro cappellini che faccio volare via col flusso del rotore — io sbarco, piuttosto rudemente, in Bretagna.

AEROPORTO DI QUIBERON [LFEQ]
2.jpg

La Penisola di Quiberon rappresenta una meta ineludibile in un soggiorno in Bretagna: tra l’orizzonte dell’oceano visto dalle ripide scogliere e il paesaggio di campagna dell’entroterra, questa stretta lingua di terra lunga una quindicina di chilometri sa effettivamente regalare a un viaggiatore esperienze ricche e variegate. Atmosfere squisitamente marinare, fatte di fari e di vicoli da cartolina con casette bianche e blu e ortensie nei giardini. Il benessere di centri termali e il mistero di menhir neolitici. Il rispetto di una riserva naturale protetta e la storia di vecchi forni in cui gli abitanti bruciavano le alghe, per estrarne iodio dalle ceneri.

QUIBERON
3.jpg4.jpg5.jpg
6.jpg

MENHIR SULLA COSTA DELLA PENISOLA DI QUIBERON
7.jpg

Se siete da queste parti non potete non gustarvi una ‹galette bretonne complète›, versione bretone della tipica crêpe salata della cucina francese, che qui impastano con il grano saraceno (e non con il frumento) e che farciscono riccamente con groviera, prosciutto cotto e un uovo all’occhio di bue.
È ottima, magari per colmare quel languorino tipico, dopo un paio d'ore passate nella spa del Sofitel Thalassa Sea & Spa.

PISCINA DEL SOFITEL THALASSA SEA & SPA
9 SofitelThalassaSea&Spa.jpg

GALETTE BRETONNE
8 galettes-bretonnes.jpg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
43^ Tappa
🇫🇷 Quiberon LFEQ - LESO San Sebastián 🇪🇸
==================================
01.jpg

Da Atlantico ad Atlantico, da e per due luoghi apparentemente simili ma profondamente diversi: Normandia e Paesi Baschi.
La 43^ tappa mi porta infatti da Quiberon a San Sebastián, volando quasi esclusivamente lungo la costa occidentale francese: mi concedo solo una piccola divagazione all'interno per ammirare, da bassa quota, la sterminata distesa di vigne che incorona Bordeaux.


02.jpg

Arrivo a San Sebastián (Donostia, in basco) quasi al tramonto. Ci sarà tempo per godersi il suo pittoresco lungomare davanti alle strepitose spiaggie della Concha e di Ondarreta, per camminare sul lastricato della Parte Vieja o per perdersi tra i suoi negozi eleganti e i suoi piccoli, vivaci bar che propongono pintxos e vini locali.

SAN SEBASTIÁN
01b.jpg

SAN SEBASTIÁN, LUNGOMARE DE LA CONCHA
2.jpg

SAN SEBASTIÁN
03.jpg

Come al solito, consigli per un più che confortevole pernotto: l'Hotel Maria Cristina - Luxury Collection, lungo la riva del fiume Urumea.
E poi, consigli riguardo alla cucina tradizionale. Personalmente ho un'attrazione sensuale per la sua forma arrotondata e per la sua consistenza compatta: dicono ce ne siano cinquecento diversi tipi; io oltre i cinque-sei (baccalà, patate, carciofi, salumi, peperoni, zucchine...) non credo di essere arrivato, ma quando sono da queste parti — e in genere in Spagna — io, alla ‹tortilla› non ci rinuncio.

HOTEL MARIA CRISTINA - LUXURY COLLECTION, SAN SEBASTIÁN
04.jpg

TORTILLA
06.jpg
 
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
44^ Tappa
🇪🇦 San Sebastián LESO - LPCH Chaves / LPCO Coimbra 🇵🇹
=================================================

01.jpg

Già in fase di prima pianificazione avevo realizzato che, per coprire la rotta di 405 miglia (cioè, oltre 705 chilometri) tra San Sebastián e Coimbra, avrei dovuto pregare tutti gli Dei degli Elicotteristi per non ritrovarmi a secco di carburante. Poi, una volta decollato dalla costa basca — a parte l'aria uggiosa, piuttosto nociva per la visibilità — un vento traverso da O-SO mai inferiore ai 30 nodi ha iniziato a rallentarmi e a farmi considerare seriamente l'idea di cambiare al volo i miei piani.
E così — mentre sorvolo le alture tra Zamora e Bragança che segnano il confine ispano-portoghese — ho deciso, per la prima volta in questo mio Euro Heli Tour, di inserire una sosta tecnica, buona per imbarcare un po' di carburante, mangiarmi una Francesinha (è l'ora di pranzo) e fare pipì.


La baia de La Concha a San Sebastián, le ardite architetture del Guggenheim a Bilbao, i tetti antichi di Guimarães, le dune mozzafiato di São Jacinto sono stati splendidi punti di riporto visivi fino all'atterraggio (con tanto di arcobaleno) al Municipal di Coimbra.

BILBAO, "PUPPY"
01Puppy-Museo-Guggenheim-Bilbao.jpg

GUIMARÃES
02guima.jpg

SÃO JACINTO
02h.jpg

E ora, in quella che per oltre un secolo — nel XIII — fu Capitale del Portogallo mi fermerò per un po', in attesa di poter prendere i comandi di una macchina nuova di pacca, un Airbus H-160 al posto del fido ma ormai stanco H-140, con cui volerò le tappe finali verso Roma.

COIMBRA
03coim.jpg
04coim2.jpg
04coim23.jpg

E peraltro, una sosta a Coimbra non offre certo momenti banali: la storia che scorre tra i saliscendi dei suoi vicoli, l'arte manieristica da ammirare nel suo centro di sapere per eccellenza — l’Università, fondata nel 1290 — o la cultura che lascia senza fiato della sua Biblioteca Joanina.

COIMBRA, BIBLIOTECA JOANINA
05.jpg

Del resto, come ci insegna una delle più note canzoni di Fado, «Coimbra é uma lição, de sonho e tradição»: stare qui vuole dire assistere a "una lezione di sogno e tradizione".

FRANCESINHA
06.png
 

Allegati

  • 05.jpg
    05.jpg
    570,2 KB · Visualizzazioni: 2
Ultima modifica:

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
45^ Tappa
🇵🇹 Coimbra LPCO - LXGB Gibraltar 🇬🇮
==============================

01.jpg


Stare fermo quasi tre settimane da queste parti — oltre a fare il pieno di quel Fado "colto", nato tra gli studenti dell'antica università di Coimbra — significa rischiare un'indigestione col ‹bacalhau›, cucinato in tutte le salse e aggiunto alle molte altre delizie culinarie portoghesi (v. alla voce ‹pastel de nata›...).
Del resto — come da programma — ho abbandonato all'Aeródromo Municipal ʺBissaya Barretoʺ il buon vecchio Airbus H-145, per prendere la mano col più efficace e tecnologico, ma anche più esigente, H-160 e la cosa ha richiesto naturalmente un po' di tempo (polvere da mangiare ancora ce n'è, eh!).


Con una macchina nuova di pacca, quindi — registrata I-HUFF e con la quale terminerò il mio Euro Heli Tour nelle ultime tappe verso Roma — metto il muso a sudovest e in meno di una ventina di minuti sono su Nazaré. È questa cittadina dell'Estremadura portoghese che detiene il record mondiale dell'onda più alta mai cavalcata nella storia dell'uomo (un tedesco nel febbraio 2017 si è arrampicato su una di 25 metri...). Ma noi si vola più alti delle onde, quanto basta per ammirare la baia perfettamente semicircolare di São Martinho do Porto, la lingua di sabbia bianca che collega all'avamposto oceanico dell'isola di Baleal e infine la rocca fortificata di Peniche.

NAZARÉ
02Nazare.jpg

SÃO MARTINHO DO PORTO
03saomartinh.jpg

PENICHE
04Peniche.jpg

Poi, bisogna virare netti verso sudest e volare per un bel po'— oltre due ore — per fare il pelo a Lisbona e ritrovarsi sopra le coste dell'Andalusia. Ecco Cadice: ricordarsi, la prossima volta, di atterrare e fare scorta di Sherry ‹Tio Pepe›, di scattare qualche foto al bellissimo Puente de la Pepa e di pensare a Cristoforo Colombo che da qui, giusto cinquecentotrenta anni fa, partì per il suo secondo viaggio verso le "Americhe". E dopo ancora — tanto per restare in tema 'paradisi per surfisti' — ecco Tarifa.

CADIZ, IL PONTE "DE LA PEPA" (PUENTE DE LA COSTITUCIÓN DE 1812)
05Cadiz.jpg

TARIFA
06Tarifa.jpg

A questo punto, mi basta evitare le dure rocce di Punta Carnero per planare sui cantieri e sulle raffinerie di Algeciras e quindi mettermi in finale per l'aeroporto di Gibilterra il quale, placido tra la Rocca e il mare, sta lì a offrirmi, dopo un volo di 351 miglia, una comoda piazzola d'atterraggio.

Un tempo nota come Calpe, una delle ‹Colonne d'Ercole›, Gibilterra deve il suo nome attuale alla corruzione del toponimo arabo Jabal Ţāriq — (جبل طارق), ossia Monte di Tariq — così chiamato in omaggio a Tariq Ibn Ziyad, il condottiero berbero che conquistò la Spagna nel 711.
Il territorio di pertinenza copre meno di 7 chilometri quadrati e condivide poco più di un chilometro di confine con la Spagna. La piccola piana costiera che circonda la Rocca (426 metri di altezza) venne ceduta alla Gran Bretagna con il Trattato di Utrecht del 1713, come parte degli accordi a conclusione della Guerra di Successione Spagnola. In ben due referendum (1967 e 2002) la stragrande maggioranza ha votato a favore del mantenimento della sovranità britannica e rigettato la proposta di condivisione tra Londra e Madrid.
Il potere legislativo locale è indipendente da quello del Regno Unito, fatta eccezione per quanto riguarda gli affari internazionali e la difesa.

GIBRALTAR, PASSAGGIO DI CONFINE, AEROPORTO E ROCCA
07gibilterra.jpg

GIBRALTAR
08gibilterra.jpg

Per il meritato riposo, l'offerta maggiormente allettante più che dagli alberghi proviene da residence e 'studios': mi oriento quindi verso l'‹E1 - Suites & Spa›, dove trovo persino un buon 'hamam' (del resto il Marocco è a meno di 20Km in linea d'aria...).
Volendo qui ci sarebbe anche un buon ristorante interno, ma il mio fiuto mi dice che da qualche altra parte, fuori, troverò un posto migliore dove gustare una ‹calentita›, "cugina" della ‹farinata› ligure e divenuta nel tempo il piatto locale più rappresentativo. A differenza della versione che siamo abituati a trovare nei forni di Genova, quella gibilterrina è più spessa. Ma in realtà la cosa non dovrebbe stupirci troppo visto, che l’utilizzo della farina di ceci seguendo modalità diverse è cosa ben comune nel Mediterraneo: basti pensare alla ‹socca› di Nizza, al ‹pane e panelle› a Palermo o ancora alla ‹cecina› toscana.

CALENTITA
09calentita.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
46^ Tappa
🇬🇮 Gibraltar LXGB - LEIB Ibiza 🇪🇸
============================


1map.jpg

In questa quarantaseiesima tappa, il mio avvicinamento verso Roma ha la forma di un piano di volo misto, VFR/IFR che, dallo scalo ai piedi di una delle Colonne d'Ercole, mi fa di nuovo atterrare su suolo spagnolo o — se vogliamo essere molto "nazionalisti" — su quello catalano.


È pomeriggio quando, da Gibilterra, mi tuffo in quella parte di Mediterraneo nota come Mare di Alborán, per poi incontrare di nuovo la costa andalusa una trentina di miglia a est di Malaga. Sorvolo quindi il Parco Nazionale della Sierra Nevada e punto dritto verso Murcia e Alicante.
Arrivo nell'isola/icona più movimentata e festaiola delle Baleari dopo circa 2h45' di volo e dopo avere coperto 365NM (675Km), col sole che è già tramontato ma col cielo che mi regala una magnifica vista dell'Orsa Maggiore.

IBIZA
2Marina.jpg

Sebbene la stagione sconsigli ormai di starsene sulla spiaggia ad abbronzarsi e i gusti personali mi abbiano sempre tenuto ben lontano dalle discoteche, non c'è motivo perché un soggiorno a Ibiza debba risultare comunque noioso.

IBIZA, BRACCIALETTI IN VENDITA AL ‹MERCADILLO HIPPIE›
3mercathippie_puntaarabi.jpg

Passeggiare tra le bancarelle del mercatino hippie di Punta Arabí, a noi boomer, ci fa saltare all'indietro nel tempo (uno psicodramma ogni volta nostalgico ma sempre terapeutico...) e comunque, dopo, possiamo andare a pensarci su al Café del Mar, mentre contempliamo il tramonto, magari sorseggiando il leggendario cocktail locale a base di vodka, Bacardi, curaçao blu, sciroppo di pesca, succo di ananas e limone.

4acafe-del-mar-sunset-1.jpg
CAFÉ DEL MAR
4b.jpg

E arrampicarsi per gli acciottolati della Dalt Vila — il centro storico — è sempre un bel passeggiare, specie se ti porta, alla fine, a dormire nelle sciccose e panoramiche stanze dell'Hotel Mirador.

IBIZA, UNA STRADA DELLA "DALT VILA"
4cIbiza_town,_Dalt_Vila_-_panoramio.jpg

IBIZA (HOTEL MIRADOR)
5Mirador.jpg

***********
(A proposito di "boomer" e "tramonti", mentre volavo non ho trovato di meglio che tenermi nelle orecchie gli auricolari con la schitarrata che Steve Howe — ‹Yes› — si fa in 'Mood for a day': un pezzo che c'ha cinquantadue anni, ma che mi pare si porti benissimo.)
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
47^ Tappa
🇪🇸 Ibiza LEIB - LIEE Cagliari 🇮🇹
========================
1Map.jpg


L'ultimo stato europeo che devo toccare, prima di fare finalmente ritorno a Roma, è Malta.
Ma arrivarci direttamente dalle Baleari è troppo anche per il 160, sopratutto se — meteo e vento a parte — intendo mantenere una velocità di crociera intorno ai 120Nodi (≈ 220Km/h). Trasformo allora questa mia quarantasettesima tappa in una modesta, personalissima celebrazione delle "nazionalità" e delle specificità tipiche isolane, volando dalla catalana Ibiza alla principale città sarda.


Una volta sollevatomi dal ‹Sant Josep› e salutata Punta Prima — il capo più a oriente dell'isola — mi aspettano oltre 300Miglia (≈ 550Km) di solo mare, volate tutte con in coda un forte vento di nordovest, fino a che sul tardo pomeriggio non compaiono alla mia destra le isole di San Pietro e Sant'Antioco e davanti a me la splendida costa dell'Iglesiente.
Poco oltre è ormai approccio: mentre sorvolo Assemini (giusto un saluto al mio amico "Sir" Claudio Ranieri, che laggiù sarà impegnato ad allenare il suo Cagliari...) già intravedo le luci della pista di LIEE. Poi manovro per mettermi sottovento e atterrare sano e salvo, anche se non proprio centratissimo (🤭), sulla piazzola assegnatami da Elmas-Tower 122.100.

2.jpg
CAGLIARI, PANORAMICHE DA DUE PUNTI DI VISTA DIVERSI:
LO STAGNO DI MOLENTARGIUS, IL POETTO, E LA ‹SELLA DIAVOLO› SPICCANO COMUNQUE SULLO SFONDO
3.jpg

Cagliari, con i suoi 150 mila residenti (ma la "città metropolitana" ne conta oltre 400 mila) è, praticamente da sempre, il centro amministrativo, culturale e commerciale della Sardegna.
Affacciata su un bellissimo golfo, tra una grande laguna (lo ‹Stagno di Cagliari›) e il Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline, si è sviluppata intorno al colle dello storico quartiere di Castello ('Castédhu' in sardo).

CAGLIARI, BASTIONE SAN REMY
6BastionesanRemy.jpg

CAGLIARI, CORSO VITTORIO EMANUELE5corso-vittorio-emanuele.jpeg

CAGLIARI, MUSEO ARCHEOLOGICO: ‹I GIGANTI DI MÒNTI PRÀMA›
7GigaMònti Pràma.jpg

CAGLIARI, FENICOTTERI NEL PARCO NATURALE DEL MOLENTARGIUS
8Fenicotteri_a_Cagliari.jpg

Non avendo questa fortuna, com'è consuetudine virtuale di questo mio tour, mi cerco un buon albergo: più che lussuoso, gustoso e pieno di "personalità". E trovo allora, a condizione di essere disposti a sborsare un paio di cento Euro per una camera, quel ‹Palazzo Doglio› che — con la sua Corte circondata da splendidi ballatoi e loggiati in stile Liberty — fa certamente la sua figura.

HOTEL ‹PALAZZO DOGLIO›, CAGLIARI
9palazzodoglio.jpg

A proposito di cose gustose, che si mangia? Chi un po' conosce la cucina sarda (marinara, pastorale o contadina che sia; nel Campidano come in Gallura), sa che partendo dall'antipasto, passando ai primi e poi alle portate di carne o di pesce, per finire ad almeno un paio di bicchierini di liquore di mirto fatto in casa, bè, è difficile cascare male.
Un po' di suggerimenti? Il 'Casitzolu', pecorino sovente servito con il miele. Gli 'Spaghitus cun Arritzonis', ossia gli spaghetti ai ricci di mare. La 'Berbeche in Capotu', ossia la pecora bollita con cipolle e patate e servita con pane carasau bagnato nel brodo di cottura. I 'Pisci a Scabecciu', piatto freddo composto da pesci di piccola taglia fritti e poi disposti a strati alternati con sugo di pomodoro, aceto e cipolle in agrodolce... e via maltrattando trigliceridi e colesteroli vari. Ah, i dolci, poi: personalmente, quando passo per "L'Isola" ammetto una dipendenza da 'Aranzadas', quelle deliziose pastarelle farcite di mandorle tostate e di scorze d'arancia candite nel miele.
Ok, mi sta venendo fame. E salgo allora per le strade di Castello, alla ricerca di una locanda che mi prepari una specialità tipica: quella 'Burrida a Sa Casteddaia' che — nonostante il nome e a differenza di quella ligure che i Genovesi avranno certamente introdotto qui — non è una zuppa ma un delizioso antipasto freddo, fatto con gattucci di mare, murici lessati e bottarga, il tutto bagnato da una salsa molto particolare di aceto e noci.
«Eja, bon'appettitu!».

BURRIDA A SA CASTEDDAIA
10Burrida-a-sa-casteddaia.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
48^ Tappa
🇮🇹 Cagliari LIEE - LMMG Xewkija 🇲🇹
============================

1map.jpg


Ancora una volta da isola a isola. Questa volta, rotta dalla Sardegna a Malta: e prima di avvistare le scogliere di Gozo, ci sono quasi due ore di solo mare, se si eccettua quando — più o meno a metà del volo — sono abbastanza vicino per intravedere alla mia destra la sagoma di Pantelleria e dalla parte opposta la linea della costa sudoccidentale siciliana.



GOZO
2Gozo.jpg

Poi, finalmente, ecco apparire la seconda isola dell'arcipelago maltese. Poggerò i carrelli del 160 all'eliporto di Xewkija, a Gozo, evitando il traffico dello scalo internazionale della Valletta (LMML), poco meno di una decina di miglia più in là, sull'isola maggiore che eccezionalmente raggiungerò via mare.
Del resto, avere amici danarosi dotati di panfilo può essere sempre utile. E godersi rilassati il tramonto o ammirare i bastioni illuminati che dominano il porto di Marsamxett è un privilegio di cui approfittare.

MALTA, LA VALLETTA
4St_Sebastian.jpg

Prima di me, da queste parti sono approdati Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani, Arabi, Crociati, Normanni, Aragonesi, Francesi e Inglesi. Il peso della Storia si annusa forte, qui in giro; e anche se faccio lo sborone e dormo sulla barca, è meglio assumere una certa dose di umiltà nel momento in cui mi arrampico per le strade di questa piccola capitale, per scovarne gli angoli più nascosti e suggestivi o visitarne i monumenti più importanti.

MALTA, LA VALLETTA
6valletta.jpg

‹D'OFFICE› BISTRÒ, LA VALLETTA
7d-office.jpg

A proposito di annusare: se hai buon fiuto e la dritta giusta, non è difficile essere attratti, fin prima di arrivare alla porta del bistrò ‹D'Office›, dal profumo del pesce ben cucinato.
Ed entrare quindi, per farsi portare una tipica, strepitosa Aljotta, preparata con merluzzo, gamberi, calamari e verdure fresche e a "chilometro zero".

lijotta.jpg
 

Fabiani

VV Marshaller
Bronze Supporter
Messaggi
252
Solutions
2
Reazioni
560
49^ Tappa
🇲🇹 Luqa, LMML - LIRA Roma, Ciampino 🇮🇹
==================================

Little Navmap Map 20231224-153120.jpg

All'eliporto di Xewkija, sull'isola di Gozo, dove sono atterrato provenendo da Cagliari, non c'è servizio di rifornimento e quindi — prima di partire per quest'ultima tratta del mio Euro Heli Tour '23 — mi devo spostare sullo scalo internazionale maltese di Luqa, per fare il pieno di carburante e averne a sufficienza per arrivare a Roma.

Decollo che si è appena fatto giorno in una di queste corte giornate solstiziali e — salutata la Valletta — dopo un po' sono già su Marinella: anche se non è cosa riuscire a prendere un caffè da lui, almeno faccio sentire dall'alto il rumore del rotore al mio amico Salvo, Commissario a Vigàta. Poi, tagliata la Sicilia 'coast to coast', da sud a nord, c'è solo il Tirreno meridionale che mi divide da casa.
Il tempo di uno sguardo a Ponza, al Circeo e al bianco, splendido litorale di Sabaudia che l'azzurro di due laghi nei vulcani — quello di Nemi e quello di Albano — mi avverte che sto approcciando, finalmente Ciampino.


Termina così questo mio raid in solitario — in cui ho utilizzato, all'inizio, un Airbus H-145 e per le ultime 5 tappe un H-160 — che dall'Islanda e attraverso altri 40 stati europei, mi ha riportato in Italia: ci sono volute poco meno di 70 ore di (sim)volo, durante cui ho coperto all'incirca 9.500 miglia, ovvero 17.600 chilometri.


Little Navmap Map 20231224-161324.jpg
EURO HELI TOUR SOLO '23 | 49 TAPPE, 42 STATI SORVOLATI, 9.500 NM ( 17.600 KM) PERCORSE, 70 ORE DI VOLO

C'è anche l'appendice di una 50^ tappa: a Ciampino mi aspetta una delle mie allieve-pilota preferite che mi dà un passaggio fino a "casa" [Roma Urbe, LIRA] su uno storico B-47 dei tempi miei (chi si ricorda di ‹Avventure in Elicottero›?).
Regalino natalizio graditissimo, così almeno mi evito il traffico del Raccordo.
 
Top